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GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE 2017

Il 16 Ottobre 1945 veniva fondata la FAO, l’ente dell’ONU dedicato a promuovere il diritto al cibo. Il tema scelto per il 2017 pone lo sviluppo rurale delle comunità locali come architrave nella lotta alla fame e per contrastare i flussi migratori ad essa legati.
Alisei Ong Onlus, che collabora con la FAO nei progetti di sicurezza alimentare, è impegnata per supportare migliaia di piccoli agricoltori e soprattutto le donne e per valorizzare i prodotti agroalimentari locali in diversi paesi, tra cui il Congo, il Ciad, il Gabon, Sao Tomé e Principe.

Oggi si produce abbastanza cibo per sfamare l’intera popolazione mondiale ma 800 milioni di persone soffrono la fame e l’80% di queste vivono in aree rurali. Al contempo a causa di un sistema produttivo squilibrato (monocoltura, produzione su vasta scala per l’esportazione, dipendenza) e dannoso per l’ambiente (accaparramento delle terre) 1.9 miliardi di persone sono sovrappeso e un terzo del cibo prodotto viene sprecato.

Per questo l’impegno per la sicurezza e per la sovranità alimentare e per modelli di produzione e consumo sostenibili è fondamentale per ottenere risultati concreti nella lotta alla fame, per uno sviluppo in armonia con l’ambiente e per contrastare gli squilibri economici e sociali all’origine dei gravi fenomeni migratori che vedono decine di milioni di persone in fuga dalla loro terra.
Per saperne di più: link ; AliseiGabon; AliseiCiad .

 

Allarmanti previsioni sulla crescita demografica mondiale

Secondo l’ultimo rapporto di UNDESA la popolazione mondiale ha raggiunto a metà 2017 i 7,6 miliardi, con una crescita di 1 miliardo di persone nei soli ultimi 12 anni!
Il 59,4% della popolazione mondiale vive in Asia (4,5 miliardi), il 17,1% in Africa (1,3 miliardi), il 9,8% in Europa (742 milioni), l’8,4% in America Latina (636 milioni), il 5,3% in Nordamerica (361 milioni) e in Oceania (41 milioni).
Cina (1,4 miliardi) e India (1,3 miliardi) rimangono le nazioni più popolose.
Il tasso di crescita attuale è stimato pari all’1,1%, circa 83 milioni di nascite all’anno, con la previsione di raggiungere 8,6 miliardi nel 2030, 9,8 miliardi nel 2050 e addirittura 11,2 miliardi entro il 2100.
Il continente dove si concentrerà maggiormente la crescita demografica dal 2017 al 2050 sarebbe l’#Africa con un aumento della popolazione di ben 1,2 miliardi, essendo l’Asia il secondo continente con “soli” 750 milioni nuovi abitanti.
La metà dell’incremento demografico è atteso in 9 paesi: India, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan, Etiopia, Tanzania, USA, Uganda e Indonesia.
Per quanto alcune agenzie di sviluppo evochino il miraggio di un cosiddetto “dividendo demografico” – il presunto beneficio economico legato alla disponibilità di forza lavoro giovane e alla crescita del ceto medio -, tuttavia una lettura d’insieme dei dati conferma l’insostenibilità di un simile ritmo di crescita. Infatti in un contesto globale in cui il tasso di fertilità è pur in diminuzione, i tassi più elevati, 4,3 nascite per donna tra il 2010 e il 2015, si registrano nei 47 paesi meno sviluppati (LDCs) dove è atteso un incremento demografico dal 1 miliardo attuale ai 1,9 miliardi entro il 2050.
Cifre così elevate mettono radicalmente in discussione la raggiungibilità degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) stabiliti dalle Nazioni Unite, come ad es. quello della “zero Hunger” (zero fame), che già oggi si deve confrontare con un miliardo di persone denutrite nel mondo. I flussi migratori che vedono Asia, Africa e America Latina contributori netti verso Europa, Stati Uniti e Oceania con flussi che tra il 2000 e il 2010 hanno raggiunto 3,1 milioni di migranti all’anno, sono destinati a diventare del tutto insostenibili, senza contare i flussi interregionali che negli ultimi decenni hanno registrato lo sfollamento di decine di milioni di persone a seguito di carestie e conflitti.
Gli attuali – inadeguati – sforzi della politica mondiale per ridurre gli effetti del cambio climatico e per rendere sostenibili – dal punto di vista ambientale, sociale ed umano – i modelli di sviluppo economico, caratterizzati da livelli di sfruttamento delle risorse naturali tali da definire la nostra era Antropocene…, dovranno al più presto fare i conti anche con la variabile demografica per essere minimamente realistici e per prevenire esiti catastrofici di uno “sviluppo” del tutto insostenibile.
Per saperne di più: ;  . .

22/03/2017 World Water Day

Il World Water Day è stato istituito dalle Nazioni Unite  per sensibilizzare riguardo l’importanza di un accesso all’acqua  potabile per tutti, un diritto riconosciuto dall’Assemblea Generale nel 2010.
Nonostante l’accesso all’acqua sia l’obiettivo N°6 dei Sustainable Development Goals, garantirlo per tutti entro il 2030 rimane una sfida complessa, con molti ostacoli da oltrepassare. In particolare, l’ineguaglianza rispetto all’accesso all’acqua e la gestione sostenibile delle risorse idriche mondiali sono problemi che persistono per moltissimi Paesi. Ancora oggi, infatti, 1,8 miliardi di persone hanno accesso a fonti di acqua contaminate, esponendosi al rischio di contrarre malattie quali il colera e la poliomielite.
Il tema scelto quest’anno per la Giornata Mondiale dell’Acqua riguarda la sensibilizzazione contro lo spreco di acqua e in favore di un migliore trattamento delle acque reflue per ridurre l’inquinamento idrico e aiutare a proteggere l’ambiente e le nostre risorse idriche. Secondo gli ultimi dati, l’80% dell’acqua impiegata per uso domestico e industriale non viene depurata prima di essere riutilizzata.
Alisei Ong è impegnata per assicurare il diritto di accesso all’acqua potabile nei suoi progetti di cooperazione allo sviluppo in diversi Paesi (Gabon, Afghanistan, Tchad, Sao Tomé e Principe tra gli altri) costruendo, micro-dighe, bacini, pozzi e sistemi irrigui per garantire, promuovere e conservare le risorse idriche e un loro uso sostenibile per le generazioni presenti e future.

DICHIARAZIONE DI CANCUN PER LA BIODIVERSITA’

“E’ essenziale vivere in armonia con la natura e con la Madre Terra, condizione fondamentale per il benessere di ogni forma di vita, che dipende dalla conservazione e dall’utilizzo sostenibile della biodiversità, e degli ecosistemi che essa sostiene”.
Il 3 dicembre, la tredicesima Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP13), ha adottato la Dichiarazione di Cancun, che, in accordo con la visione strategica dell’accordo di Parigi sul cambio climatico, ha posto al centro degli impegni internazionali la tutela della biodiversità.
Esprimendo una forte preoccupazione per le devastazioni provocate dalla degradazione e dalla frammentazione degli ecosistemi, dallo sfruttamento del suolo e delle risorse naturali, la Dichiar6azione impegna i 190 Paesi firmatari a lavorare a tutti i livelli – istituzionale, legislativo, regolamentare – per integrare nei modelli di sviluppo la tutela della biodiversità, promuovendo un approccio economico, sociale e culturale fondato sulla tutela dell’ambiente e sul rispetto dei diritti umani.
Per leggere la Dichiarazione, clicca sul seguente .

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