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Zakouma 5_la storia del nostro intervento- I POZZI DI ADOUMOSSO E AMKAMBOULLAH

Vicino ai bacini idrici di Adoumosso et Amkamboullah nel 2017 abbiamo completato i primi due pozzi alimentati da pannelli solari, fondamentali per accedere all’acqua durante la stagione secca.
Inoltre, i membri dei comitati di gestione dei pozzi hanno partecipato a sessioni di formazione dedicate al montaggio e allo smontaggio dei pannelli, al loro trasporto e alla manutenzione, alle misure igieniche da adottare nell’aerea circostante i pozzi e i bacini.
Per ciascun bacino abbiamo realizzato una pompa ad immersione alimentata da pannelli solari che consente agli agricoltori e ai transumanti di avere sempre a disposizione una fonte di acqua. Sono pozzi con una profondità variabile tra i 50 e i 95 metri.
Nel 2018 ad es. ben 3780 persone, che hanno attraversato l’area con 15.000 capi di bestiame, hanno usufruito di acqua potabile grazie a questo intervento.

Zakouma 4_la storia del nostro intervento_ I BACINI IDRICI DI AODOUMOSSO E AMKAMBOULLAH

Tra le prime attività che abbiamo svolto vi è la realizzazione dei bacini idrici per l’abbeveramento del bestiame d’allevamento che attraversa la Piana di Gara. A seguito a una riunione informativa con i villaggi limitrofi, in cui sono stati coinvolti i beneficiari e i transumanti, abbiamo identificato i due primi siti per la realizzazione dei bacini di abbeveraggio. Essi svolgono una funzione di estrema importanza per la sopravvivenza degli animali soprattutto durante la stagione secca e fanno sì che gli allevatori si spostino su piste esterne al parco naturale di Zakouma.
I lavori per la realizzazione dei primi due bacini idrici nelle località di Adoumosso e di Amkamboullah sono stati completati nel 2018. Hanno una lunghezza di 160 metri, sono larghi 100 m e profondi 3.

Zakouma – 3_ la storia del nostro intervento_l’Alleanza Mondiale per la lotta al Cambiamento Climatico-AMCC+

Il nostro progetto rientra nel programma dell’Alleanza Mondiale per la Lotta al Cambiamento Climatico, AMCC+.
Il programma AMCC+ è stato creato dall’Unione Europea nel 2007 con risorse del Fondo Europeo di Sviluppo per rafforzare il dialogo e la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo.
AMCC+ aiuta i 79 paesi partner dell’area ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) a mettere in atto risposte di adattamento e di attenuazione degli effetti del cambiamento climatico.
E’ una piattaforma internazionale di dialogo e scambio di esperienze tra Paesi con 3 ambiti prioritari d’intervento:
1) Strategie settoriali di adattamento e attenuazione al cambiamento climatico
2) Rafforzamento della “resilienza”/capacità di risposta agli shock derivanti dal cambiamento climatico
3) Integrazione delle misure contro il cambiamento climatico e di quelle per la riduzione della povertà

La Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico (ONU) correla il cambiamento climatico ad attività umane che alterano la composizione dell’atmosfera planetaria e che si sommano alla naturale variabilità osservata su intervalli di tempo analoghi. Il rapporto dell’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) del 2013 ha rilevato che: 1) dal 1880 al 2012 la temperatura media globale è aumentata di 0,85°C; 2) la temperatura degli oceani è aumentata, i livelli di neve e ghiaccio ridotti ad una media di 1,07X 106 Km2 ogni 10 anni e i livelli dei mari sono cresciuti di 19 cm (dal 1901 al 2010). Tra le cause principali vi è la concentrazione record di gas serra, derivante da processi insostenibili di industrializzazione, deforestazione, crescita demografica incontrollata e produzione agricola su larga scala. L’accordo di PARIGI del 2015 ha indicato l’urgenza di adottare misure per prevenire l’aumento della temperatura globale oltre 1,5°C per evitare il verificarsi di effetti catastrofici (siccità, inondazioni, distruzione della biodiversità, etc.). Proprio nel 2015 Papa Francesco ha pubblicato l’enciclica Laudato sì per richiamare l’attenzione dell’umanità sulla necessità di salvare il nostro pianeta

IN TCHAD AMCC+ è intervenuta per aiutare a definire una strategia nazionale di integrazione delle misure per ridurre gli effetti del Cambiamento Climatico con quelle per lo sviluppo. Questa strategia è molto importante perché riconosce la connessione evidente tra l’aumento della povertà, del sottosviluppo e il deterioramento dell’ambiente. Il nostro progetto a sostegno del Parco di Zakouma rientra nel piano di azione di AMCC.
CONTESTO
A seguito delle siccità ricorrenti degli ultimi decenni, connesse al cambiamento climatico indotto da attività umane, la piana di Gara situata a Sud del Parco Nazionale di Zakouma (PNZ), nella Regione del Salamat, nel Sud Est del Ciad è stata identificata come area “ricca di ecosistemi rari e preziosi” per la pastorizia.
Alisei si è quindi impegnata a partire dal 2017 per individuare siti strategici nella Piana di Gara dove impiantare
• Infrastrutture idriche (ACQUA: 4 pozzi profondi alimentati a pannelli solari e 4 grandi bacini di abbeveramento)

• e sanitarie (SALUTE: 3 farmacie veterinarie e 3 parchi di vaccinazione)

adottando il metodo partecipativo e consensuale che coinvolge tutte le parti interessate, in particolare le comunità agricole sedentarie, gli allevatori nomadi e le autorità locali a supporto della convivenza pacifica
(PACE).
Questa vasta area ogni anno è attraversata da circa 40.000 allevatori nomadi alla ricerca di pascoli durante la stagione secca (dicembre – maggio). Nonostante nella piana si trovino 7 siti con un forte potenziale per la pastorizia, la quasi inesistenza di punti d’acqua permanenti nella stagione secca pone a rischio la vita delle comunità nomadi, è all’origine di potenziali conflitti per l’appropriazione delle risorse scarse con le comunità agricole sedentarie e inoltre mette a rischio la sopravvivenza del parco di Zakouma, che protegge un patrimonio di biodiversità unico al mondo, l’ecosistema sudano-saheliano (https://bit.ly/301FUMF). Ricordiamo che la perdita di biodiversità è un fenomeno che sta avvenendo su scala planetaria, ancora una volta è provocato dai modelli di sviluppo insostenibili, i cui principali responsabili sono i Paesi del Nord del Mondo ma le cui più gravi ricadute si producono nel Sud del Mondo, contribuendo a conflitti e migrazioni.

Il progetto è quindi nato anche per promuovere la tutela del Parco Nazionale di Zakouma, il primo Parco naturale ad essere stato istituito in Ciad nel 1963, caratterizzato da un ecosistema unico al mondo, quello sudano-saheliano, caratterizzato da una flora, da una fauna e da una biodiversità più uniche che rare: le giraffe del Khordofan, le antilopi Lelwel, gli elefanti del Sahara, i rarissimi rinoceronti neri.
La sopravvivenza del Parco è messa a rischio dalle attività agricole e pastorali delle comunità che vivono nelle aree limitrofe, che ne utilizzano le risorse in modo indiscriminato e mettono a repentaglio l’equilibrio a causa del passaggio disordinato di migliaia di capi di allevamento nei periodi di transumanza.
Il progetto ha l’obiettivo di definire e rinforzare i confini del Parco, tutelandone l’integrità, e di favorire la coesistenza pacifica tra gli agricoltori.

Progetto Zakouma n. 2_ il ringraziamento delle comunità del Salamat

Al termine di questa importante fase del progetto di difesa ambientale Zakouma (https://bit.ly/2PYsoDf), abbiamo ricevuto molti ringraziamenti dai rappresentanti della popolazione locale, dalle autorità e da singoli cittadini di cui siamo molto felici.

Tra questi, le parole dell’Associazione villageois de la zone peripherique du Parc National de Zakouma, sottolineano in particolare l’importanza della metodologia partecipativa e democratica applicata e fatta propria dalle comunità, che ha posto al centro il dialogo, il confronto, la formazione e la partecipazione attiva di tutte le parti interessate.

“…Avete reso possibili accordi che sembravano impossibili tra agricoltori, allevatori e transumanti e inoltre molti vantaggi per la popolazione dei villaggi che hanno accesso all’acqua potabile grazie ai pozzi profondi alimentati dai pannelli solari…”.

La partecipazione è la condizione indispensabile per la sostenibilità del progetto nel tempo e perché la popolazione, nelle sue diverse componenti, si appropri pacificamente e solidalmente delle infrastrutture donate, garantendo nel tempo la loro conservazione e l’emancipazione dalla dipendenza dall’aiuto esterno.

La visione di Alisei sintetizzata dal motto “Ubuntu – siamo quello che siamo per merito di quello che siamo tutti” – e l’ambizione di agire per favorire l’incontro pacifico tra culture diverse e lo “scambio di saperi” risaltano nelle parole di ringraziamento:

“…Il vostro impegno rimarrà per sempre nella memoria delle nostre popolazioni; Voi avete dimostrato non soltanto delle competenze ma anche un profondo rispetto per le nostre tradizioni popolari e religiose e noi vi ringraziamo…”.

Overshoot day – cambiamo modello di sviluppo

Oggi, 22 Agosto ė il cosiddetto OvershootDay, il giorno in cui l’umanità consuma tutte le risorse che la #terra é in grado di rigenerare in un anno. Quest’anno il dato “migliora” di 3 settimane, probabilmente in connessione al COVID19. La terra ci parla…
Dobbiamo cambiare modelli di “sviluppo”! Sovrapproduzione, eccessivo consumo di combustibili fossili, di plastiche, sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, distruzione della #biodiversità, crescita demografica incontrollata sono tra le principali cause.

Progetto Zakouma _ Completate le attività di difesa ambientale e di prevenzione degli effetti del cambiamento climatico

l nostro progetto di cooperazione allo sviluppo a sostegno delle popolazioni della Regione del Salamat, colpite dagli effetti del cambiamento climatico (43000 contadini e allevatori) e per la protezione di un patrimonio di biodiversità unico al mondo, il Parco Nazionale di Zakouma (https://bit.ly/2DBVG7q), è giunto al completamento, nonostante le difficoltà legate alle difficili condizioni dell’area di intervento (isolamento, insicurezza, eventi estremi causati dal cambiamento climatico) e, nell’ultimo periodo, all’esplosione anche in Ciad della pandemia Covid-19 – che ha comportato la chiusura delle frontiere, il coprifuoco e difficoltà alla mobilità.

In 40 mesi di lavoro, grazie al cofinanziamento dell’Unione Europea e di tanti altri donatori cui va il nostro ringraziamento e quello dei beneficiari finali, abbiamo realizzato tantissime opere innanzitutto per rendere disponibile una risorsa, l’acqua, fondamentale per la vita e per la resilienza degli abitanti di questa regione: 4 pozzi profondi alimentati a pannelli solari; 4 grandi bacini idrici per l’abbeveramento degli animali al pascolo e per gli stessi animali selvatici protetti dal Parco.
Oltre a questo, abbiamo facilitato un processo di dialogo e di concertazione tra comunità stanziali e nomadi, con il coinvolgimento delle autorità centrali, locali e tradizionali, raggiungendo dopo anni di conflitti un risultato determinante per la coesistenza pacifica delle popolazioni e per la stabilità dell’area: l’identificazione e la costruzione di un corridoio di transumanza riconosciuto da tutti (oltre 300 km) dove ogni anno passeranno pacificamente decine di migliaia di animali, conciliando gli interessi degli agricoltori, degli allevatori e del Parco.

Il corridoio è stato supportato dalla costruzione di 3 parchi di vaccinazione e da 3 mini farmacie veterinarie.
Tutte le infrastrutture costruite sono state donate ai rappresentanti delle comunità locali, organizzati in Comitati di Gestione, formati con metodo partecipativo per la gestione e per la manutenzione delle opere favorendo l’appropriazione e la sostenibilità nel tempo dell’intervento.

Con alcuni prossimi post, ci teniamo a ripercorrere con voi alcune tappe fondamentali di questa bellissima storia di impegno, solidarietà, partecipazione democratica, di co-operazione allo sviluppo, ringraziando per il grande sostegno e supporto.

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