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IL PRESIDENTE DEL PORTOGALLO INCONTRA I GIOVANI DEL PROGETTO DILEMBA

In occasione della sua visita a Sao Tomè e Principe, il Presidente della Repubblica del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa ha incontrato i ragazzi che frequentano i corsi di formazione sull’artigianato realizzati nell’ambito del progetto Dilemba.

Il Presidente de Sousa, accolto dall’equipe del progetto, da Sua Eccellenza Manuel dos Santos, Vescovo di Sao Tomè e Principe, e dalle suore di Neves, ha potuto così apprezzare i prodotti di #artigianato realizzati in legno dai giovani del distretto nel corso del laboratorio didattico. Il laboratorio sulle tecniche di lavorazione del legno fa parte di una serie di formazioni e corsi professionali realizzati nell’ambito del progetto per sostenere l’occupazione dei giovani del distretto di Lembà e promuovere la creazione di attività generatrici di reddito in settori che valorizzano la cultura e le tradizioni locali. Nel corso di tre anni, il progetto ha formato i giornalisti delle radio locali sui temi del cambiamentoclimatico, della tutela ambientale e del territorio; le guide turistiche, per la promozione del turismo sostenibile e di percorsi turistici alternativi; le #donne, realizzando laboratori di cucito e rafforzando le associazioni di palaies; i giovani, attraverso corsi di lingua francese, di informatica, di artigianato; i bambini delle scuole di Neves, con laboratori e attività creative volte alla sensibilizzazione sull’importanza della tutela ambientale e in particolare delle tartarughe marine.
Attraverso il coinvolgimento delle comunità locali e la partecipazione dei cittadini alla promozione del territorio e la tutela delle risorse naturali, il progetto Dilemba contribuisce allo sviluppo partecipativo e inclusivo del Distretto di Lembà. Perché “Todos somos Lembà”!

12 Febbraio – Stop all’uso dei bambini soldato

Il 12 febbraio è l’anniversario dell’approvazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del Protocollo facoltativo sul coinvolgimento dei minori nei conflitti armati, uno strumento del diritto internazionale fondamentale per la tutela legale dei minori impiegati come soldati.
Alisei Ong ha promosso la nascita della Coalizione “Stop all’uso dei bambini soldato”, ramo italiano della Coalition to stop Child Soldiers che ha sostenuto l’impegno della Commissione ONU per I Diritti Umani, incaricata della stesura del Protocollo.
Il coinvolgimento e l’utilizzo di bambini nei conflitti armati rappresenta una barbara evoluzione delle guerre moderne. Le popolazioni civili, e soprattutto, i bambini, sono sempre più i soggetti attivi negli scenari di guerra contemporanei.
La Convenzione sui diritti dell’infanzia tutela i bambini coinvolti nella guerra in particolare agli art. 38 e 39 : “…Gli Stati si impegnano a rispettare e a far rispettare le regole del diritto umanitario internazionale in caso di conflitto armato, e la cui protezione si estende ai fanciulli” . Da 20 anni l’ONU ha istituito un mandato speciale per combattere il reclutamento e l’impiego di bambini soldato, individuando 6 forme di grave violazione del diritto internazionale: 1) reclutamento ed impiego di bambini soldato; 2) uccisione e mutilazione di bambini; 3) violenza sessuale contro bambini; 4) attacchi contro scuole e ospedali; 5) rapimento; 6) rifiuto di assistenza umanitaria.
Si stima che grazie a questi strumenti dal 2000 siano stati liberati oltre 100.000 bambini soldato e diversi Paesi interessati hanno mostrato concreti progressi nella riduzione o eliminazione di questa barbarie (ad es. il Congo e il Ciad).
La comunità internazionale ha da tempo stabilito regole umanitarie per le guerre, che vincolano tutte le parti in conflitto e servono a proteggere i civili, e in particolare i minori. Tuttavia nelle guerre più recenti, i principi fondamentali del diritto internazionale vengono sistematicamente violati, con devastanti conseguenze per bambini e bambine. Il diniego dell’aiuto umanitario a civili intrappolati o sfollati a causa dei conflitti è sempre stata una realtà, ma viene sempre più adottato come una consapevole e colpevole tattica di guerra. La situazione dei diritti umani dei bambini coinvolti nei conflitti in corso ad es. in Siria, Sud Sudan, Iraq, Somalia, Nigeria e Yemen rimane estremamente grave.
Per saperne di più: link ; link1; link2; link3 .

 

12 Febbraio – Stop all’uso dei bambini soldato

Il 12 febbraio è l’anniversario dell’approvazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del Protocollo facoltativo sul coinvolgimento dei minori nei conflitti armati, uno strumento del diritto internazionale fondamentale per la tutela legale dei minori impiegati come soldati.
Alisei Ong ha promosso la nascita della Coalizione “Stop all’uso dei bambini soldato”, ramo italiano della Coalition to stop Child Soldiers che ha sostenuto l’impegno della Commissione ONU per I Diritti Umani, incaricata della stesura del Protocollo.
Il coinvolgimento e l’utilizzo di bambini nei conflitti armati rappresenta una barbara evoluzione delle guerre moderne. Le popolazioni civili, e soprattutto, i bambini, sono sempre più i soggetti attivi negli scenari di guerra contemporanei.
La Convenzione sui diritti dell’infanzia tutela i bambini coinvolti nella guerra in particolare agli art. 38 e 39 : “…Gli Stati si impegnano a rispettare e a far rispettare le regole del diritto umanitario internazionale in caso di conflitto armato, e la cui protezione si estende ai fanciulli” . Da 20 anni l’ONU ha istituito un mandato speciale per combattere il reclutamento e l’impiego di bambini soldato, individuando 6 forme di grave violazione del diritto internazionale: 1) reclutamento ed impiego di bambini soldato; 2) uccisione e mutilazione di bambini; 3) violenza sessuale contro bambini; 4) attacchi contro scuole e ospedali; 5) rapimento; 6) rifiuto di assistenza umanitaria.
Si stima che grazie a questi strumenti dal 2000 siano stati liberati oltre 100.000 bambini soldato e diversi Paesi interessati hanno mostrato concreti progressi nella riduzione o eliminazione di questa barbarie (ad es. il Congo e il Ciad).
La comunità internazionale ha da tempo stabilito regole umanitarie per le guerre, che vincolano tutte le parti in conflitto e servono a proteggere i civili, e in particolare i minori. Tuttavia nelle guerre più recenti, i principi fondamentali del diritto internazionale vengono sistematicamente violati, con devastanti conseguenze per bambini e bambine. Il diniego dell’aiuto umanitario a civili intrappolati o sfollati a causa dei conflitti è sempre stata una realtà, ma viene sempre più adottato come una consapevole e colpevole tattica di guerra. La situazione dei diritti umani dei bambini coinvolti nei conflitti in corso ad es. in Siria, Sud Sudan, Iraq, Somalia, Nigeria e Yemen rimane estremamente grave.
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