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What COVID-19 has taught us about our planet, and ourselves

Guarda al seguente link cosa il Covid-19 ci ha insegnato e rifletti sulle cause che lo hanno provocato:

https://youtu.be/hvBsgfn_cvY

AGRICOLTURA E CAMBIO CLIMATICO: L’URGENZA DI UN CAMBIO DI ROTTA

La produzione agroalimentare su larga scala contribuisce in modo determinante al surriscaldamento globale, contribuendo al 26% del totale delle #emissioni di gas serra con la produzione di alimenti e al 5% con le coltivazioni a fini non alimentari. Inoltre, sfrutta intensivamente le risorse naturali del #pianeta, usando il 70% dell’acqua dolce disponibile e il 43% dei suoli non coperti da ghiacciai o deserto (fonte: Science).
Tra le filiere agroalimentari, le più insostenibili sono quelle di produzione della carne. In particolare, gli allevamenti e la produzione di carne e latticini sono la causa ogni anno del 14,5% delle emissioni mondiali di gas serra (fonte: FAO).
Ad aggravare questi squilibri pesa la pressione di una crescita demografica incontrollata, che rappresenta una delle cause principali della crescente domanda di cibo. Si prevede infatti un aumento della popolazione mondiale da 7,6 miliardi nel 2017 a 9,8 miliardi nel 2050, fino a 11 miliardi nel 2100 (fonte: Lancet) !
Gli stessi nostri modelli di consumo, che nel Nord del mondo originano diete alimentari squilibrate e ipercaloriche (ricche di calorie, zuccheri aggiunti, grassi saturi, cibi processati e carni rosse), contribuiscono al mantenimento dei sistemi produttivi insostenibili e incidono negativamente sulla salute (2,1 miliardi di adulti sono obesi o sovrappeso).
L’Accordo di Parigi del 2015 ha definito un piano d’azione globale inteso a scongiurare gli effetti di cambiamenti climatici disastrosi per l’ ecosistema, ponendo come obiettivo quello di contenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C, e in particolare entro il limite di 1,5°C.
Per raggiungere questo vitale obiettivo, in agricoltura sarà indispensabile introdurre tecnologie e sistemi di produzione a “emissioni negative” per ridurre drasticamente le emissioni di CO2 già entro il 2050 e garantire la #rigenerazione dei suoli (IPCC – fifth assessment report). Anche la riduzione del tasso di crescita della popolazione sarà una componente essenziale per ridurre l’impatto della produzione agricola sull’ambiente.

15/03/2019_SCIOPERO INTERNAZIONALE PER IL CLIMA

Domani in tutto il mondo i più giovani faranno sentire la propria voce per chiedere un impegno concreto per la prevenzione del cambiamento climatico indotto da modelli di sviluppo insostenibili.

Il cambiamento climatico insieme agli effetti più gravi di uno sviluppo globale che sfrutta le risorse della Terra in modo dissennato – inquinamento, crescita demografica, urbanizzazione, insicurezza alimentare e scarsità d’acqua – rappresenta la più grave minaccia per la vita e per la biodiversità della Terra.
Negli anni recenti gli effetti del cambio climatico sono stati evidenti e scioccanti: aumento delle temperature e del livello degli oceani, siccità prolungate, fenomeni atmosferici estremi con gravi ripercussioni economiche e sociali, dalla riduzione della produttività dei terreni agricoli all’immigrazione forzata.

Dopo l’Accordo di Kyoto del 1997 per la riduzione dei gas serra (i livelli di diossido di carbonio sono i più alti degli ultimi 800.000 anni), nel 2015 95 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima.
L’accordo definisce un piano d’azione globale, volto a evitare cambiamenti climatici pericolosi per l’ecologia del pianeta limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C. Secondo lo studio di Climate Interactive and the M.I.T. Sloan School of Management, dal 1870 le emissioni industriali di CO2 nell’atmosfera sono state pari a 2100 miliardi di tonnellate, di cui il 20% prodotte dagli Stati Uniti, il 17% dai paesi dell’UE, 20% da altri paesi “sviluppati” (di cui la Cina pesa il 13%) e il 43% da India e paesi in via di sviluppo.
L’attuazione dell’accordo di Parigi rappresenta un obiettivo urgente e imprescindibile per tutti. Quasi tutti i Paesi del mondo hanno sottoscritto l’accordo, ormai in molti paesi l’energia di origine solare e eolica è più economica di quella di origine fossile e molti stati hanno adottato misure per eliminare l’uso del petrolio e del gas e per riforestare milioni di ettari.

La mobilitazione globale dei più giovani é indispensabile per segnare un cambio culturale, che deve essere fondato su un patto intergenerazionale, che riconosca come assoluta priorità strategica comune l’importanza della tutela dell’integrità di tutti gli ecosistemi e della protezione della biodiversità.
“L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale”.

Cambiamento climatico e sviluppo sostenibile

Il cambiamento climatico insieme con altri gravi problemi globali – crescita demografica, urbanizzazione, insicurezza alimentare e scarsità d’acqua – rappresenta la più grave minaccia per la vita e per la biodiversità sulla Terra.
Nel 2017 gli effetti del cambio climatico sono stati evidenti e scioccanti: aumento delle temperature e del livello degli oceani, siccità prolungate, eventi atmosferici estremi con gravi ripercussioni economiche e sociali, dalla riduzione della produttività dei terreni agricoli all’immigrazione forzata.

Dopo l’Accordo di Kyoto del 1997 per la riduzione dei gas serra (i livelli di diossido di carbonio sono i più alti degli ultimi 800.000 anni), nel 2015 la comunità internazionale ha riconosciuto l’urgenza di prevenire il cambiamento climatico, adottando l’Accordo di Parigi, che ha l’obiettivo di limitare la crescita della temperatura globale “ben al di sotto dei 2° C”.
Solo a fronte della più grave minaccia, molti paesi e anche molte imprese stanno riconoscendo nei fatti l’importanza e l’urgenza di adottare un modello di sviluppo sostenibile che abbatta il vecchio dogma secondo cui l’inquinamento sarebbe “il costo inevitabile del progresso”.
Il primo rapporto annuale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico evidenzia che investire nella sua prevenzione é l’unica opzione (“win-win”) per l’ambiente, per l’economia, per lo sviluppo sociale e per la prosperità del pianeta.
Il nuovo modello di sviluppo sostenibile, compatibile con l’ambiente, con la salute pubblica, con la sicurezza alimentare è infatti anche in grado di sviluppare nuove tecnologie e originare nuovi mercati “verdi” e nuova reale occupazione. Meccanismi globali di finanziamento della “green economy” sono in fase di introduzione, per orientare gli investimenti privati con particolare attenzione allo sviluppo dei paesi più poveri.
“Further, faster, together” (di più, più rapidamente e insieme) è il motto con cui la comunità internazionale – Paesi, imprese, organizzazioni internazionali, popoli – si sta avvicinando alle prossime tappe dell’implementazione concreta dell’Accordo di Parigi.
Per saperne di più:  .

8100 miliardi di tonnellate di CO2 o accordo di Parigi? Guarda il simulatore interattivo!

Alla conferenza sul clima di Parigi (COP21) del dicembre 2015, 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima.
L’accordo definisce un piano d’azione globale, volto a evitare cambiamenti climatici pericolosi per l’ecologia del pianeta limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C.
Secondo lo studio di Climate Interactive and the M.I.T. Sloan School of Management, dal 1870 le emissioni industriali di CO2 nell’atmosfera sono state pari a 2100 miliardi di tonnellate, di cui il 20% prodotte dagli Stati Uniti, il 17% dai paesi dell’UE, 20% da altri paesi “sviluppati” (di cui la Cina pesa il 13%) e il 43% da India e paesi in via di sviluppo.  Il tetto massimo di emissioni di gas serra per evitare un surriscaldamento oltre i 2°C° è stimato pari a 2900 miliardi di tonnellate e di fatto il mondo ha usato già il 73% di questo budget. Secondo le stime, solo eliminando progressivamente entro il 2100 l’emissione di gas serra sarà possibile rimanere entro il budget “vitale” di 2900 miliardi.  Se invece la produzione di gas serra continuasse in base agli attuali ritmi, si arriverebbe alla cifra catastrofica di 8100 miliardi di tonnellate di CO2!
L’attuazione dell’accordo di Parigi rappresenta un obiettivo imprescindibile. Quasi tutti i Paesi del mondo hanno sottoscritto l’accordo, ormai in molti paesi l’energia di origine solare e eolica è più economica di quella di origine fossile e molti Stati hanno adottato misure per eliminare l’uso del petrolio e del gas e per riforestare milioni di ettari. Tuttavia il ritiro degli USA dall’accordo di Parigi e la connessa perdita degli aiuti ai paesi in via di sviluppo, che oggi producono la maggior parte dei gas serra, mettono a grande rischio l’attuazione degli obiettivi di Parigi.
Clicca su questo link per guardare il simulatore con i diversi possibili scenari!

 

22 Aprile, #EarthDay2017 _In Marcia per la scienza

Il 22 Aprile è la Giornata internazionale dedicata dalle Nazioni Unite alla Madre Terra per ricordarci che la Terra e i suoi preziosi ecosistemi ci donano la vita e le risorse per vivere. Da questo discende la responsabilità collettiva dell’umanità, come indicato nella Dichiarazione di Rio dell 1992, di promuovere uno sviluppo in armonia con la natura e con la biodiversità e per raggiungere un giusto equilibrio tra i bisogni economici, sociali e ambientali delle presenti e delle future generazioni.

Oggi manifestazioni in tutto il mondo sottolineano l’importanza della scienza per acquisire conoscenze sul cambiamento climatico e sull’importanza della protezione ambientale. La “marcia per la scienza” intende sensibilizzare l’opinione pubblica “sul tentativo tuttora in atto di caratterizzare i risultati delle ricerche scientifiche come una mera opinione di parte, che ha dato al Governo Federale statunitense la legittimità di rifiutare l’evidenza scientifica… È arrivato il momento, per le persone che supportano la ricerca scientifica, di prendere posizione pubblicamente” (Comitato Marcia per la Scienza).
L’istruzione é il fondamento del progresso. C’é urgente bisogno di formare una cittadinanza globale consapevole del cambio climatico e dei rischi senza precedenti per il nostro pianeta e che si impegni per sostenere leggi che “investono” nell’ambiente e accelerino tecnologie e lavori verdi come indicato dal recente Accordo di Parigi sul Cambio Climatico.

Per saperne di più: link1, link2, link3, link4.

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