ACCESSO AL CIBO, ALL’ACQUA, ALLA SALUTE, ALL’ISTRUZIONE, AL LAVORO, ALLA CASA E AD UN AMBIENTE SALUBRE: RIABILITAZIONE E AUTOCOSTRUZIONE DELLE INFRASTRUTTURE, FORMAZIONE PROFESSIONALE E LRRD.
I nostri interventi di aiuto umanitario e di cooperazione allo sviluppo sono finalizzati allo sviluppo e alla valorizzazione delle risorse umane e materiali locali, generando opportunità di crescita e di occupazione che consentono l’accesso ai beni fondamentali della vita umana.
Nella nostra storia abbiamo costruito, riabilitato ed autocostruito migliaia di infrastrutture sociali (14 ospedali di riferimento; 48 centri di salute; 330 posti di salute; 192 scuole elementari e materne; 4 scuole secondarie e professionali; 8 orfanotrofi, 5 centri collettivi, 19 tribunali; 5 centri di accoglienza per minori vittime della tratta e sfruttamento del lavoro minorile; oltre 8000 abitazioni; oltre 3000 tra pozzi, lavatoi, fontane, sorgenti protette e acquedotti; oltre 3000 tra latrine e bagni migliorati; oltre 750 forni e cucine famigliari; 18 micro centrali idroelettriche nelle comunità rurali, etc.) con la diretta partecipazione dei beneficiari e con l’utilizzo delle risorse locali, favorendo il progresso economico-sociale – attraverso la generazione di reddito, la crescita della ricchezza locale e l’accesso ai principali servizi pubblici – e civile, – attraverso il ricorso a metodologie di sviluppo partecipativo, cooperativo ed inclusivo e la diffusione della formazione sui temi dei diritti universali -, rendendo protagoniste del proprio sviluppo le comunità locali e attivando processi democratici “dal basso”.
Lo sviluppo partecipativo nella (ri)costruzione di infrastrutture avviene spesso utilizzando le complesse metodologie dell’autocostruzione, del “food for work” e del “cash for work” in cui i beneficiari degli interventi, partecipando direttamente con il proprio lavoro e con l’apporto di proprie risorse ai processi edili, acquisiscono strumenti e conoscenze idonee per diventare soggetti attivi del proprio sviluppo autonomo (autosviluppo) superando le logiche della dipendenza dall’aiuto esterno e dalla beneficienza.
Il lavoro cooperativo dei beneficiari, finalizzato a raggiungere risultati condivisi, promuove la gestione e la composizione dei conflitti, il rispetto dell’“altro” e delle diversità (di etnia, religione, lingua, etc.), riducendo le spinte verso la conflittualità presenti nella società.
I beneficiari acquisiscono inoltre competenze tecniche che contribuiscono all’inserimento nel mondo del lavoro e a uno sviluppo stabile della comunità.
Alisei Ong ha promosso la sperimentazione della metodologia dell’autocostruzione in Italia, come strumento per facilitare l’accesso alla casa a fasce di popolazione italiana ed immigrata a basso reddito, a sostegno dei processi di integrazione e di inclusione sociale, ispirandosi all’esperienza maturata nei PVS e a quella del mondo cooperativo italiano dei primi del ‘900.
Tutti i nostri progetti sono indirizzati a valorizzare le risorse umane locali promuovendo l’accesso all’istruzione e attività mirate di formazione professionale, quali la riqualificazione professionale e programmi di formazione-lavoro, la formazione di operatori per servizi socio-assistenziali educativi, la formazione dei formatori, la gestione di centri di formazione professionale nei settori industriali ed artigianali, la gestione di servizi ed attività di orientamento professionale e occupazionale.
In diversi ambiti, ad esempio quello sanitario, svolgiamo attività di educazione e di sensibilizzazione per la diffusione di informazioni sanitarie e la prevenzione delle malattie infettive, risanamento ambientale e dei luoghi di lavoro, educazione alla salute, formazione di personale medico, paramedico ed amministrativo, organizzazione di servizi psico-sociali ed assistenza diretta a fasce della popolazione più vulnerabili, quali handicappati e disabili.
Da sempre realizziamo i nostri interventi seguendo i principi internazionali dell’LRRD (Linking Relief , Rehabilitation and Development) rispetto ai quali siamo stati relatori nel 2003 alla Conferenza internazionale organizzata dalle Direzioni EuropeAid ed Echo della Commissione Europea, presentando la nostra esperienza in Angola.
Il principio base dell’LRRD, definito dalla Commissione Europea con due Comunicazioni del 1996 e del 2001 e nel “2007 European Consensus on Humanitarian Aid” è legare l’aiuto umanitario di breve periodo a programmi di sviluppo a lungo termine in modo da creare sinergie e fornire risposte non estemporanee alle situazioni di crisi. In base ai Principles of Good Humanitarian Donorship l’assistenza umanitaria deve essere organizzata con strumenti che supportino da una parte il primo soccorso (distribuzione di kit alimentari e sanitari d’urgenza, l’organizzazione di campi profughi, shelter, ad es.), la riabilitazione e ricostruzione delle infrastrutture; dall’altra i processi di sviluppo economico, sociale e politico delle comunità, che sono legati ai complessi interventi a sostegno dell’istruzione, della formazione e della creazione di processi democratici di inclusione sociale, equa distribuzione delle risorse e sviluppo del dialogo tra le diverse componenti della società. Lo sviluppo di lungo termine deve prevedere misure orientate alla prevenzione dei conflitti, alla riduzione del rischio di disastri e alla capacità delle comunità locali di rispondere a eventuali crisi. I vari strumenti dell’LRRD, aiuto umanitario, riabilitazione e sviluppo vanno applicati in modo complementare (Contiguum) e simultaneo in modo da rispondere alle necessità urgenti poste dalle emergenze e ai bisogni complessi dello sviluppo economico, sociale e civile di più lungo termine.
Recentemente l’LRRD è stato introdotto nell’ambito dei programmi di sicurezza alimentare sottolineando l’importanza di costruire condizioni di cosiddetta “resilience”, intesa come duratura capacità di risposta e di reazione delle comunità all’insicurezza alimentare, alla malnutrizione e al verificarsi di carestie e crisi alimentari