Alisei Ong si adopera, con i propri progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo, per promuovere uno sviluppo economico e sociale che sia compatibile con la protezione dell’ambiente, in accordo con i principi e le raccomandazioni delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.
Il progetto di difesa ambientale di Alisei Ong, Programma Eco-tecnologico – Energia rinnovabile e sviluppo sostenibile per le popolazioni vulnerabili dell’area rurale del Dipartimento di La Paz – Bolivia, cofinanziato dalla Commissione Europea, ha ottenuto un prestigioso riconoscimento internazionale da parte della CEPAL (Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’America Latina ed i Caraibi) nel Concorso “Esperienze di Innovazione Sociale”, sostenuto dalla Fondazione Kellogg’s. Il progetto ha consentito l’accesso all’energia rinnovabile e l’autosufficienza energetica a 18 comunità rurali nella zone delle Ande boliviane attraverso l’autocostruzione di 18 microcentrali elettriche che hanno ridotto l’uso di combustibili fossili e altamente inquinanti (mercurio) e organizzato le comunità alla valorizzazione razione delle risorse locali.
Il progetto di agroforestazione Farm Forestry and natural resources conservation realizzato da Alisei Ong nell’area Arabuko – Sokoke –Goshi é stato premiato dalla FAO e dal Ministero dell’Agricoltura del Kenya “per gli eccezionali risultati raggiunti nel campo della sicurezza alimentare” nell’ambito di un intervento integrato che ha introdotto tecniche di agroforestazione che hanno consentito alle associazioni contadine residenti di organizzare le proprie attività agricole nel rispetto e con la valorizzazione della foresta Arabuko – Sokoke – Goshi, considerata patrimonio mondiale di biodiversità.
Per l’esperienza acquisita nel campo della Preparazione, Prevenzione e Gestione dei disastri naturali Alisei Ong é stata invitati alla Conferenza Mondiale di Kobe delle Nazioni Unite a esporre come esempio di buone pratiche il progetto Mitigation, Preparedness, Rapid Alert, realizzato in Ecuador con il cofinanziamento di DIPECHO.
E’ dagli anni ‘70 che a livello internazionale si è posto l’accento in modo crescente sull’importanza di conciliare i modelli di sviluppo umano, economico e sociale con la protezione dell’ambiente, riconoscendo il potere della tecnologia produttiva e dei modelli di consumo dei Paesi industrializzati di determinare impatti irreversibili sulle risorse ambientali (inquinamento, esaurimento di risorse non rinnovabili, estinzione delle specie, cambiamento climatico, etc.).
Secondo l’UNESCO una cultura della sostenibilità si basa “su una prospettiva di sviluppo durevole di cui possano beneficiare tutte le popolazioni del pianeta, presenti e future, e in cui le tutele di natura sociale, quali la lotta alla povertà, i diritti umani, la salute vanno ad integrarsi con le esigenze di conservazione delle risorse naturali e degli ecosistemi trovando sostegno reciproco”.
La Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’Ambiente Umano del 1972 (Conferenza di Stoccolma) ha sottolineato per la prima volta la relazione che esiste tra sottosviluppo e la maggior parte dei problemi ambientali. Milioni di persone continuano a vivere molto al di sotto dei livelli minimi compatibili con una vita dignitosa, privi di nutrimento, vestiario, abitazione, istruzione, salute e servizi sanitari adeguati. Perciò, secondo le Nazioni Unite, i Paesi in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili rispetto alla protezione dell’ambiente, devono orientare i loro sforzi verso lo sviluppo, tenendo conto delle loro priorità e della necessità di salvaguardare e migliorare l’ambiente.
“La protezione ed il miglioramento dell’ambiente è una questione di capitale importanza che riguarda il benessere dei popoli e lo sviluppo economico del mondo intero; essa risponde all’urgente desiderio dei popoli di tutto il mondo e costituisce un dovere per tutti i governi. Le politiche ambientali di tutti gli Stati devono aumentare e non colpire il potenziale di sviluppo, presente e futuro, dei paesi in via di sviluppo e non devono neppure impedire il raggiungimento d condizioni di vita migliori per tutti…. Al presente, la capacità dell’uomo di trasformare il suo ambiente, se adoperata con discernimento, può apportare a tutti i popoli i benefici dello sviluppo e la possibilità di migliorare la qualità della vita. Applicato erroneamente o avventatamente, lo stesso potere può provocare un danno incalcolabile agli esseri umani ed all’ambiente.”
“L’uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all’uguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere. Egli ha il dovere solenne di proteggere e migliorare l’ambiente a favore delle generazioni presenti e future.” (Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’ambiente umano – Stoccolma 1972)
Tali principi sono stati confermati ed estesi dalla Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro che ha riconosciuto che la protezione dell’ambiente è un diritto dell’umanità e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di introdurre modelli di sviluppo per ridurre la povertà che siano compatibili con la difesa ambientale, riconoscendo nell’ambiente non un vincolo, ma una risorsa da valorizzare per la crescita economica, sociale e culturale delle comunità locali:
“Al fine di pervenire ad uno sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente costituirà parte integrante del processo di sviluppo e non potrà essere considerata separatamente da questo.
Si accorderà speciale priorità alla situazione ed alle esigenze specifiche dei Paesi in via di sviluppo, in particolare di quelli meno sviluppati e di quelli più vulnerabili sotto il profilo ambientale. Al fine di pervenire ad uno sviluppo sostenibile e ad una qualità di vita migliore per tutti i popoli, gli Stati dovranno ridurre ed eliminare i modi di produzione e consumo insostenibili e promuovere politiche demografiche adeguate.” (principi 4,6, 8 della Dichiarazione di Rio)
L’ONU riconosce l’importanza del ruolo delle comunità indigene e della valorizzazione e recupero delle loro culture tradizionali che sono spesso caratterizzate da uno sviluppo in rispettoso della natura:
“Le popolazioni e comunità indigene e le altre collettività locali hanno un ruolo vitale nella gestione dell’ambiente e nello sviluppo grazie alle loro conoscenze e pratiche tradizionali. Gli Stati dovranno riconoscere le loro identità, la loro cultura ed i loro interessi ed accordare ad esse tutto il sostegno necessario a consentire la loro efficace partecipazione alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile.” (principio 22 della Dichiarazione di Rio),
Il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg (2002) ha sottolineato la necessità di perseguire uno sviluppo sostenibile che contemperi lo sviluppo economico, sociale e ambientale, stabilendo che:
– la crescita economica non è la base dello sviluppo;
– è opportuno distinguere tra crescita e sviluppo;
– nella piramide dei valori, il pilastro sociale è al vertice dei pilastri economico ed ambientale; comunque nessuno dei pilastri potrà essere considerato a sé stante;
– è prioritario lo sviluppo rispetto alla crescita economica;
– è necessario valutare i costi sociali ed ambientali delle politiche.
Nella riflessione internazionale sulla definizione di modelli di sviluppo sostenibile ha acquistato sempre più importanza anche l’introduzione di misure per la sicurezza a rispetto ai disastri ambientali. A fronte dei disastri e delle catastrofi naturali quali ad es. lo tsunami nel Sud-est asiatico del 2004, il piano internazionale d’azione Hyogo Framework for Action, elaborato dalla Conferenza internazionale di Kobe sulla prevenzione disastri, ha posto come priorità la necessità di pianificare sistemi per la riduzione degli effetti dei disastri, introducendo presso le comunità locali sistemi di allerta rapida, costruendo una cultura della sicurezza e della capacità di risposta, rafforzando la capacità di organizzarsi e coordinarsi per prevenire e reagire alle catastrofi naturali.
Alisei Ong da sempre promuove, in collaborazione con i principali Donatori internazionali (Nazioni Unite, Commissione Europea, Ministero degli Affari Esteri italiano), progetti di cooperazione allo sviluppo compatibili con e/o mirati alla difesa ambientale.
Tutti i nostri progetti hanno l’obiettivo diretto o indiretto di proteggere l’ambiente al fine di garantire:
1) una migliore qualità della vita che contemperi lo sviluppo economico e sociale con quello ambientale;
2) proteggere la salute umana;
3) tutelare le specie e i patrimoni di biodiversità garantendone la sopravvivenza;
4) preservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi;
5) prevenire i disastri ambientali.
In diversi Paesi di intervento, tra cui la Bosnia Erzegovina, il Gabon, il Mozambico, il Kenya, la Repubblica Democratica di Sao Tomé e Principe, il Centro e Sud America abbiamo realizzato insieme ad Ong e associazioni ambientaliste locali, a università e centri di ricerca, progetti di difesa ambientale e turismo sostenibile.
Nei nostri programmi di sicurezza alimentare sviluppiamo un’agricoltura su piccola scala con strumenti e tecnologie a basso impatto ambientale, ponendo attenzione alla protezione e rigenerazione della fertilità dei suoli, alla lotta all’erosione, all’utilizzo di fertilizzanti naturali e alla produzione di prodotti biologici certificati di qualità.
Valorizziamo, come nostro principio ispiratore, le culture e le risorse locali, riscoprendo e valorizzando le culture indigene rispettose dell’ambiente e che propongono modelli di sviluppo ecosostenbile.
Realizziamo progetti agroforestali in cui la valorizziamo la produzione agricola locale di qualità delle comunità e la loro sostenibilità, in equilibrio con l’obiettivo di proteggere e rigenerare le foreste. Insieme al Seminario Interuniversitario, Interfacoltà, Interdisciplinare denunciamo il fenomeno dell’accaparramento delle terre, un modello di sfruttamento a monocoltura delle terre utilizzato da multinazionali nei Paesi in Via di Sviluppo che distrugge gli ecosistemi locali e le produzioni dei piccoli agricoltori. Ci adoperiamo per modelli di sviluppo che promuovono la sovranità alimentare rafforzando l’autosufficienza delle comunità rurali e contrastando lo sfruttamento intensivo e irrazionale delle risorse naturali.
Ci occupiamo del supporto alla gestione dei Parchi nazionali e delle riserve naturali con l’obiettivo di proteggere i tesori mondiali di biodiversità facendoli conoscere e valorizzandoli anche dal punto di vista economico attraverso la promozione e lo sviluppo di un turismo responsabile internazionale.
Proteggiamo i suoli dall’erosione e promuoviamo l’introduzione di sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti per migliorare la qualità di vita delle popolazioni e valorizzare le attrattive turistiche locali.
Promuoviamo l’autosufficienza energetica delle comunità rurali attraverso l’utilizzo di forme di energia rinnovabile e alternative a quelle che producono i gas serra.
Ci occupiamo della promozione della conoscenza e del coordinamento delle comunità rurali isolate e vulnerabili e delle autorità locali e nazionali sulla preparazione, prevenzione e capacità di risposta a possibili catastrofi naturali causate da inondazioni, terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche, etc.
Coinvolgiamo le autorità locali nelle valutazioni di impatto ambientale delle azioni dei progetti e nel coordinamento con le comunità locali nelle azioni (ad es. di agroforestazione o di prevenzione dei rischi) rivolte alla difesa ambientale e al turismo sostenibile che abbiamo promosso e realizzato con progetti concreti in diversi Paesi, promuovendo “a responsible travel to natural areas which conserves the environment and sustains the well-being of local people” (International Ecoturism Society).
Una componente essenziale dei nostri progetti è la formazione e la sensibilizzazione sui temi della valorizzazione delle risorse ambientali locali in modo razionale e sostenibile, sulla necessità che le risorse non rinnovabili della Terra devono essere utilizzate in modo tale da non rischiare il loro esaurimento ed in modo tale che i vantaggi derivanti dalla loro utilizzazione siano condivisi da tutta l’umanità.
Nei Paesi in via di sviluppo la stabilità dei prezzi ed una remunerazione adeguata dei prodotti di base e delle materie prime sono essenziali per la gestione sostenibile delle risorse ambientali.
La centralità dell’obiettivo strategico della tutela e della conservazione dell’ambiente è stata evidenziata dall’ultima enciclica della Chiesa cattolica “Laudato si’” che rivolge un appello all’umanità sull’importanza della protezione dell’ambiente, da cui dipende la stessa sopravvivenza umana, minacciata da modelli tecnologici, di sviluppo e di consumo in grado di esaurire risorse vitali per il pianeta terra:
“L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale”. “I cambiamenti climatici sono un problema globale, con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo”.
“La società attraverso organismi non governativi e associazioni intermedie deve obbligare i governi a sviluppare normative, procedure e controlli più rigorosi…L’azione politica locale può orientarsi alla modifica dei consumi, allo sviluppo di un’economia dei rifiuti e del riciclaggio, alla protezione di determinate specie e alla programmazione di un’agricoltura diversificata con la rotazione delle colture. E’ possibile favorire il miglioramento agricolo delle ragioni povere mediante investimenti nelle infrastrutture rurali, nell’organizzazione del mercato locale o nazionale, nei sistemi di irrigazione, nello sviluppo di tecniche agricole sostenibili. Si possono facilitare forme di cooperazione o di organizzazione comunitaria che difendano gli interessi dei piccoli produttori e preservino gli ecosistemi locali dalla depredazione. E’ molto quello che si può fare!”.